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Gelato, produzione in calo del 15%

Crolla del 15% la produzione di gelato in Italia, che scende a 435 milioni di litri e si colloca solo al terzo posto in Europa per effetto del sorpasso della Francia (451 milioni di litri), mentre in testa alla classifica si posiziona la Germania con 494 milioni di litri. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base di dati Eurostat relativi al 2018, che evidenziano la perdita di un primato storico del made in Italy. “Uno smacco per l’Italia – commenta Coldiretti – dove la produzione di gelato è nata oltre 500 anni fa…Da allora, la corsa del gelato non si è più fermata a livello globale anche grazie al grande flusso migratorio dall’Italia di mastri gelatai. Tra i Paesi di destinazione privilegiati proprio la Germania, dove l’arte è stata rapidamente appresa e diffusa tanto da conquistare il primato europeo nella produzione. La globalizzazione del gelato è stata senza dubbio spinta dall’interesse crescente delle multinazionali, molto presenti nel settore e attente nel fare shopping di prestigiosi marchi emergenti, da Grom acquisito nel 2015 da Unilever che controlla anche Algida e Magnum, alla Nestlé con i gelati Motta e Antica Gelateria del Corso.

Il gelato resta comunque uno degli alimenti più amati dagli italiani, che ne consumano annualmente 6 chilogrammi a testa grazie alla presenza di quasi 40.000 gelaterie, dove si stima lavorino oltre 150.000 addetti. Tra le tendenze va segnalata – sottolinea Coldiretti – una progressiva destagionalizzazione dei consumi, nonostante l’estate resti la stagione privilegiata per coni e coppette. Ad essere preferito è di gran lunga il gelato artigianale nei gusti storici, anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diversi target di consumatori: tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano.

Rilevante in Italia è anche l’impatto sull’indotto, con l’utilizzo di 220.000 tonnellate di latte, 64.000 di zuccheri, 21.000 di frutta fresca e 29.000 di altre materie prime”.

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