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Castagneti dei Monti Cimini, intervengono i produttori

castagne

Sullo stato dei castagneti sui Monti Cimini, è intervenuta in questi giorni Donatella Ercoli, presidente dell’associazione Castanicoltori Vallecimina di Vallerano (VT).

“Bisogna ristabilire la verità – scrive la Ercoli – su ciò che sta succedendo nei castagneti dei Monti Cimini. Le gelate primaverili dello scorso mese di aprile non hanno danneggiato le piante di castagno che in quel periodo stavano naturalmente germogliando, mentre invece questa siccità continua dallo scorso mese di maggio fino ad oggi, ha reso le piante ulteriormente debilitate e deperite rispetto a come già si presentavano, con una chiomatura di foglie abbastanza rade rispetto agli anni precedenti, almeno nelle zone più basse dei Monti Cimini. L’ombreggiatura era maggiore solo nei castagneti alti dei paesi di Canepina e Soriano nel Cimino, anche se era presente sotto le foglie nelle piante in entrambi i casi di diversa altitudine, un deciso ed ulteriore attacco di cinipide galligeno con galle estese su tutto il fogliame, di grandezza media e molto aggregate…Con il mese di giugno sono comparsi i primi abbozzi di ricci e ci si è resi conto che la quantità di ricci era molto elevata, cosa che per alcuni aspetti era migliorativa, sicuramente per i castanicoltori che per 10 lunghi anni non hanno più visto un riccio…mentre dall’altro lato la sovrabbondanza poteva essere un danno per la sopravvivenza delle piante stesse. L’abbondanza di tali ricci – prosegue la Ercoli – fa ben sperare, anche se già molti di essi sono stati aperti e ci si è resi conto che dentro c’è solo un abbozzo di embrione di tre castagne medio-piccole che, solo se pioverà, riusciranno ad essere portate a termine dalle piante…In tal caso avremo solo un tipo di romanella o castagna piccola, in notevole contrasto con le nostre castagne di ottima qualità degli scorsi decenni. Queste castagne saranno piccole ma buone in quanto le alte temperature (si sono raggiunti i 50 gradi al sole) hanno decimato tutti gli organismi nocivi alle piante di castagno, tra questi le cidie che decimavano il nostro prodotto…Le istituzioni, a partire dalla Regione Lazio..non hanno finora aiutato in modo equo tutti i castanicoltori che con il ristoro del cinipide galligeno 2013, dato soltanto alle monocolture castanicole e solo ai proprietari delle zone più alte, nel nostro territorio ne ha solo maggiormente beneficiato il comune di Canepina. (I castanicoltori) non hanno ancora ben recepito i danni apportati dalla mancanza di prodotto a determinati territori…

Ci sarà sicuramente una mancanza di prodotti e di sostentamento di un territorio…”

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