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Nocciole e siccità, in Sicilia chiesto lo stato di calamità

Le particolarità della frutta secca sono state al centro di un convegno dal titolo: “Biodiversità dell’Alto Molise. Dal tartufo al nocciolo.

Ammontano a 10 milioni di euro i danni calcolati da Coldiretti Sicilia per la siccità di questa estate che ha colpito le produzioni agricole, tra cui anche le nocciole. Secondo l’associazione di categoria, in tutti i comparti si registra in media una diminuzione di oltre il 30 per cento, ma rimane comunque alta la qualità per la parte salvata da irrigazioni di emergenza. Coldiretti Sicilia, peraltro, ha presentato agli Ispettorati provinciali dell’Agricoltura la richiesta di calamità naturale, inviandone copia anche al presidente della Regione, all’assessore regionale dell’Agricoltura e ai rappresentanti delle istituzioni locali.

“Non c’è un solo comparto – spiega Coldiretti – risparmiato dal caldo e dalla mancanza di pioggia. Lo stress determinato dalle alte temperature (in alcune zone sono stati raggiunti i 47 gradi) ha ridotto la produzione di latte di almeno 4 litri a vacca, mentre le aziende nelle aziende ovicaprine il latte raccolto è meno della metà rispetto allo scorso anno…E’ ormai senza speranza la campagna del pomodoro siccagno di Valledolmo, fiore all’occhiello di tutta la provincia palermitana, e mentre si registra una maggiore cascola di agrumi anche nel settore florovivaistico si stanno determinando perdite ingenti. Costi di produzione elevatissimi per gli ortaggi che hanno bisogno di frequenti irrigazioni…Un danno che supera il 30 per cento è riscontato anche nei vigneti. Nel trapanese in media è piovuto il 50 per cento in meno rispetto al 2016…Produzione inferiore anche nel settore apistico, bassa produzione di nocciole nel palermitano, impressionante poi lo stato della terra impossibile da lavorare”.

Francesco Ferrari, presidente regionale di Coldiretti, ha aggiunto: “Si tratta di una tragedia di proporzioni immani le cui conseguenze saranno ancora più evidenti nei prossimi mesi con danni enormi anche per l’indotto. Per questo occorre immediatamente attivare l’iter burocratico per la definizione di uno stato di calamità causato dall’eccezionalità di un fenomeno che non si era mai verificato prima in maniera così violenta.  A questa situazione si aggiunge quella causata dagli incendi e dalle altre criticità determinate dalla scarsa manutenzione della rete idrica dei consorzi di bonifica che in alcune parti dell’isola hanno anche cessato il servizio”.

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