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Nocciole, + 40% nell’astigiano

nocciole

Anche l’astigiano si conferma sempre più “provincia” di nocciole. Per l’annata in corso, infatti, si prevede in questa zona un raccolto che potrebbe superare anche del 40% quello del 2015. Ad affermarlo è stato ieri il presidente della Cia (Confederazione Italiana Agricoltura) di Asti, Alessandro Durando, intervenuto al convegno dal titolo “La corilicoltura italiana tra luci ed ombre. Quale futuro”, svoltosi nell’ambito della 157° edizione della Fiera della Nocciola di Castagnole Lanze (AT).

“Quella di quest’anno si presenta come una grande annata – ha spiegato Durando nel suo intervento, poi ripreso dall’Ansa – dal punto di vista della quantità, con punte che nell’Astigiano hanno raggiunto il 40% in più di prodotto rispetto al 2015. La raccolta, già iniziata dai primi di agosto – ha proseguito Durando – è partita in anticipo, a causa della caduta anticipata dei frutti, dovuta a stress idrico”. Il grande “boom” della nocciola astigiana è dovuto in gran parte agli impianti che sono stati messi a dimora negli ultimi anni e che, progressivamente, stanno entrando in produzione. “Nell’Astigiano – ha infatti rilevato sempre Durando – sono circa 4 mila gli ettari coltivati a noccioleti, e negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento della coltivazione del 10% l’anno”.

La realtà dell’astigiano, peraltro, rispecchia una tendenza globale che vede la nocciola come uno dei frutti del momento, sempre più richiesti e sempre più coltivati. Secondo l’ultimo Besana Market Report, infatti, la produzione mondiale di quest’anno sfiorerà il milione di tonnellate e, accanto ai produttori storici come Turchia e Italia, rispettivamente con un raccolto previsto di 580 e 130 mila tonnellate, si affacciano sempre più sullo scenario internazionale realtà emergenti come Georgia e Azerbaijan (80.000 tonnellate), Oregon (38.000 tonnellate) e Spagna (22.000 tonnellate).

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