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Mandorla di Noto a rischio estinzione

La mandorla di Noto (SR) rischia l’estinzione e, per salvarla, si mobilita anche Slow Food. L’allarme è stato lanciato da due pasticceri siciliani, Corrado e Carlo Assenza del Caffè Sicilia di Noto, che alcune settimane fa hanno lanciato un pubblico appello “per la salvaguardia del patrimonio culturale, paesaggistico e del frutto del Val di Noto”. Alla sottoscrizione hanno già aderito diversi professionisti (architetti, giornalisti, designer, etc.) e, tra gli altri, anche Carlo Petrini presidente di Slow Food, Silvio Barbero vice presidente di Slow Food Italia e Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente onorario Fondo Ambiente Italiano (Fai). “La coltivazione del mandorlo in Val di Noto – rilevano Corrado e Carlo Assenza nel loro appello – ha costituito per secoli una fonte importante di reddito agricolo e ha intrecciato la sua presenza con le architetture barocche, sempre più note al pubblico internazionale e sottoposte a tutela come bene universale. La mandorla ha trovato nelle colline intorno a Noto caratteri agronomici e ambientali ottimali, costituendo nel tempo un paesaggio unico, che tutela l’ambiente e l’identità culturale della comunità…L’importanza economica della mandorla in questo antico paesaggio deriva dalla selezione naturale di due cultivar di elevato pregio organolettico, la Pizzuta e la Romana, indissolubilmente legate l’una all’altra dall’autosterilità dei propri fiori, per cui esclusivamente la presenza di entrambe nello stesso appezzamento garantisce la loro produzione. Di recente la globalizzazione ha imposto sui mercati internazionali mandorle di minor pregio organolettico e di prezzo inferiore, provocando la lenta e inesorabile regressione della coltivazione del mandorlo nel sud-est della Sicilia…Inoltre, l’obsolescenza dei mandorleti ancora coltivati farà sì che la mandorla diventerà una specie residuale in futuro e…si disperderanno saperi e tradizioni legati ad una cultura materiale del mondo contadino e non solo. Noi sottoscrittori ci impegniamo perché questo patrimonio di biodiversità e bellezza non sia disperso”.

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