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Nocciole in Umbria, un incontro tra Coldiretti e Loacker

nocciole

Oggi alle 15, nella sede di Coldiretti Umbria a Perugia, in via Settevalli 131/f, è in programma un incontro tra rappresentanti di questa organizzazione agricola, dell’azienda dolciaria Loacker e del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, per parlare dello sviluppo della corilicoltura in questa regione e delle opportunità che essa può offrire.

“L’obiettivo dell’appuntamento – spiega Coldiretti – è quello di illustrare alle imprese agricole la possibilità di aderire al progetto Loacker, tenuto conto anche dello sviluppo della corilicoltura made in Umbria degli ultimi anni e delle interessanti prospettive all’orizzonte, per un’agricoltura sempre più sostenibile. Un’occasione di confronto, quindi, per riflettere sulle esigenze pedoclimatiche della coltivazione, sulle aree maggiormente vocate, sulla preparazione dei terreni, sulla messa a dimora delle piante e sulle varietà: tutti argomenti necessari di approfondimento in un’ottica di produttività e reddito d’impresa adeguati.

Un ettaro di noccioleto – ricorda Coldiretti – ha una capacità produttiva variabile tra i 20 ed i 25 quintali per ettaro; il prezzo medio delle nocciole degli ultimi 10 anni è stato di 250,00 € al quintale circa. In condizioni agronomiche adeguate, il noccioleto entrerà in produzione al quinto anno, raggiungendo la produzione di regime dall’ottavo-nono anno; la vita di una pianta di nocciolo monocaule è stimabile in 40/50 anni. Il progetto Loacker – riferisce Coldiretti – prevede la presentazione alle imprese agricole associate a Coldiretti di un protocollo agronomico, ma anche del contratto di filiera che si fonda, tra l’altro, su un prezzo minimo garantito, così come su premialità per quegli imprenditori agricoli capaci di esprimere produzioni di eccellenza. Sviluppare e potenziare una filiera italiana tracciata e di qualità della nocciola – conclude Coldiretti – rientra tra gli obiettivi di tutela e valorizzazione dell’agroalimentare che Coldiretti persegue da tempo, anche tenuto conto del proliferare nel corso degli anni di prodotto estero nel nostro Paese, spesso con caratteristiche e qualità molto lontane dalle nostre”.

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