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Frutta secca, export in aumento nel primo trimestre

frutta secca

L’export di frutta secca fa segnare un aumento dell’export nei primi tre mesi del 2016, rispetto all’analogo periodo del 2015. Secondo dati Istat elaborati da Fruitimprese, tra gennaio e marzo 2016 le esportazioni di frutta secca sono cresciute in quantitativi dell’8%, passando da 12.005 a 12.963 tonnellate. Ancora più elevato è questo risultato in termini di valore, dal momento che il fatturato è passato da 97,62 a 110,73 milioni di euro, con un aumento del 13,4%. Sul fronte dell’import, invece, gli aumenti sono addirittura a doppia cifra. I quantitativi di frutta secca importati tra gennaio e marzo 2016 sono infatti cresciuti del 34,1% rispetto allo stesso periodo del 2015, passando da 36.513 a 48.958 tonnellate. In termini di valore, ciò ha significato passare da 260,14 a 304,49 milioni di euro, con un + 17%.

Per quanto riguarda gli altri generi ortofrutticoli, in ambito di export si assiste a un aumento di quantitativi per legumi e ortaggi (+12,9%), agrumi (+14,1%) e frutta tropicale (+11,7%), cui corrispondono anche aumenti in termini di valore: rispettivamente + 0,8%, + 23,1% e +18,8%. La frutta fresca, invece, registra una flessione a livello quantitativo del – 0,7%, ma a valore segna comunque un + 1,2%. In ambito di import, il primo trimestre 2016 ha fatto segnare maggiori acquisti di legumi e ortaggi (+7,5% come quantitativi e + 11,1% in valore) e di frutta tropicale (+ 7,6% in quantitativi e + 9,3% in valore), mentre calano gli agrumi (- 26,7% in quantitativi e – 12,1% in valore) e la frutta fresca (- 1,1% sia in quantitativi sia in valore).

Il mese di marzo, in altri termini, ha segnato una vera e propria sterzata per l’export della frutta secca. Nei primi due mesi del 2016, rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, le esportazioni erano infatti rimaste sostanzialmente stabili in rapporto al 2015, sia a livello di quantitativi sia a livello di prezzi. L’import, invece, già faceva segnare una vera e propria esplosione, con un aumento del 33,5% in quantitativi e del 17,5% in valore.

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